Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Scimmiotto gridò: "Amici miei, fate attenzione!" Ma i suoi compagni non sapevano da che cosa dovevano guardarsi. Quando il sacchetto fu lanciato in aria li aspirò tutti quanti, salvo Scimmiotto che fece un balzo fino al nono cielo.
     Anche i nuovi prigionieri furono legati e gettati nel forno dei mattoni, di cui si richiuse poi l'imboccatura con ogni cura.
     Ed ecco il grande santo, ridisceso sulla montagna, che si grattava la testa deluso e scoraggiato: "Come acchiapparla, questa bestiaccia?"
     Mentre, per la concentrazione, socchiudeva gli occhi, udì un richiamo accanto a sé: "Grande santo, non è il momento di dormire. La vita del tuo maestro è appesa a un filo."
     Scimmiotto spalancò gli occhi e riconobbe il protettore del giorno: "Eccoti qua, divinità fottuta!" gridò. "Dove passi il tuo tempo? A pappare offerte sacrificali, immagino. E poi vieni da me a fare il terrorista. Allunga un po' la zampa, che ti ci dò qualche legnata per curarmi il malumore."

     "Grande santo" rispose il protettore profondendosi in riverenze, "non vi lascerete mica scoraggiare, voi che siete il più allegro di tutti gli immortali. Noi siamo comandati dalla pusa a seguire come ombre il monaco cinese, mentre voi andate e venite. Perciò non ci si vede spesso; non è colpa mia."
     "Se lo segui come un'ombra, saprai in quali condizioni si trova. Come sta?"
     "In questo momento il vostro maestro è appeso a una trave sotto il portico, insieme ai condiscepoli; invece gli altri sono chiusi in un forno. In deroga ai miei doveri ero venuto a cercarvi, perché da due giorni non avevamo più vostre notizie; non sapevo che foste andato in cerca di rinforzi. Comunque è urgente che facciate qualcosa di efficace."


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