Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     A queste parole, Scimmiotto fu preso dalla collera: "Brutte carogne! Ce l'ho io la responsabilità di quel monaco: come gli viene in mente di cercare di mangiarmelo sotto il naso?"
     Balzò giù dalla rupe digrignando i denti in un grugnito furente, roteò la sua sbarra e ridusse tutti i circostanti in un ripieno da ravioli piuttosto morbido. Poi gli venne qualche scrupolo: "Peccato, erano abbastanza gentili; mi hanno raccontato assai degli affari di famiglia. Tanto peggio. Cosa fatta, capo ha."
     D'altronde il buon Scimmiotto non aveva da scegliere. Si impadronì di una piastrina di riconoscimento e, in veste di perfetto Sfondavento, partì alla ricerca della grotta.
     È il caso di dirlo:

     Del Bel Re Scimmia le trasformazioni
     Sembrano non aver limitazioni.

     Si inoltrò sulla montagna, lungo il sentiero, e presto giunse dove si udivano nitriti di cavalli e grida d'uomini: migliaia di mostri erano schierati davanti all'ingresso della grotta, armati di sciabole, lance e alabarde, con bandiere e gonfaloni al vento. Scimmiotto si disse soddisfatto: "Li Lungavita non mi aveva mentito."

     L'esercito era schierato in buon ordine, diviso in compagnie di duecentocinquanta soldati ciascuna. Le quaranta bandiere dai colori vivaci che garrivano al vento mostravano come i diecimila fossero al gran completo. Scimmiotto pensava: "Se entro e i diavoli mi interrogano a proposito della mia pattuglia, troverò sempre qualcosa da raccontare. Ma se facessi un passo falso e fossi costretto a prendere il largo, ecco qui una bella barriera da superare. Per catturare i capi, sarebbe più sicuro incominciare con lo sbarazzarsi del loro esercito."


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