"Andate piano con i giuramenti" replicò sorridendo Scimmiotto. "Dal momento che la ricerca delle scritture è sempre in cima ai vostri pensieri, vi aiuterò a uscire da qui."
"Non riesco a ricordare da quale strada sono venuto."
"Non vi servirebbe a niente ricordare: uscire di qui non è facile. Per entrare basta scivolar giù; ma per uscire bisogna fare una poderosa arrampicata."
"Come facciamo, se è tanto difficile?" gemeva Tripitaka, con gli occhi gonfi di lacrime.
"Difficile non vuol dire impossibile. Potremmo usare un trucco ben sperimentato. Quando vi inviterà a bere la coppa nuziale, versatele il vino e fatelo spumeggiare agitando la bottiglia. Io mi trasformerò in un insetto minuscolo e mi nasconderò in una bollicina, in modo da farmi inghiottire senza che lei se ne accorga. Quando sarò dentro, le spaccherò il cuore e le strapperò le budella: so che non vi piace la violenza, ma non c'è altro da fare."
"Ma discepolo, che ferocia!"
"Se volete far del bene anche alle vampire, affar vostro; allora date retta a lei. Comunque sono animali nocivi."
"Va bene, va bene. Ma non mi lasciare solo."
Si capisce che
Scimmiotto il grande santo protegge Tripitaka,
Né questi può contare su altri protettori.
Ed ecco arrivare la lamia, che chiamava il reverendo. Questi dapprima pensò di non rispondere: aprir bocca è disperdere energia; la lingua agita il vento della discordia. Poi ebbe paura di irritarla con il silenzio, e disse timidamente: "Signora, sono qui"; gli parve di avere perso cento libbre di peso.
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