Queste conclusioni non furono però apprezzate dall'Ispettore Generale delle Strade Ferrate Calvori, che non condivise affatto le deduzioni del tenente dei carabinieri "circa il pregio di quel capo manovra, tolto od attenuato da considerazioni attinenti alla sua pratica di servizio, dovendosi verosimilmente escludersi ogni idea di possibile sereno calcolo dal subitaneo slancio che fu necessario per la salvezza delle persone che stavano per essere investite dal treno". Nicola Sigismondi Montepagano (1903)
Come si è potuto osservare, spesso i rapporti dei carabinieri reali, nell'accertare gli atti di coraggio compiuti da cittadini, portavano ad un ridimensionamento nella portata dei fatti e nella modalità dei salvataggi operati, i quali in precedenza erano già stati descritti negli atti delle giunte municipali. In questo caso è la compagnia dei carabinieri di Teramo che, precedendo la giunta, si fece proponente per il riconoscimento di un atto filantropico compiuto da due componenti del proprio corpo, il brigadiere a piedi comandante la stazione di Rosburgo Raffaele Settembri e il carabiniere a piedi Filippo Amodeo, i quali il 18 giugno 1903 vennero inviati a Montepagano per compiere il servizio d'ordine in occasione della processione che si svolgeva durante la festa patronale.
Durante il passaggio della processione, contornata da musica e da stendardi delle congregazioni, all'estremità del paese si diede fuoco ad una batteria di mortaretti. Al passaggio della processione si trovava, incustodito e legato ad un palo, il cavallo da sella di Angelo Coppa, possidente di 60 anni proveniente da Atri. Nel momento in cui vennero sparati i fuochi il cavallo s'imbizzarrì al punto tale da sradicare il palo e si diede alla fuga, precipitandosi verso le persone che erano in processione e travolgendo alcune di esse. |