Tito Livio De Sanctis
L'Assedio di Civitella


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     Conchiuso l'armistizio a Gaeta, similmente si praticò con la guarnigione del Forte di Civitella. E qui mi piace riferire un fatto, che per avventura non sarà senza interessamento.
     Il Comando del Blocco per ben tre volte aveva chiamato a parlamentare quello della piazza, allo scopo di trattare il modo onde addivenire ad una soluzione per la resa della Fortezza e guarnigione. Inutile però riuscì qualunque proposta, dappoiché quel Comando e per esso il Capitano di Gendarmeria Giovane, aveva dichiarato costantemente, che sino a tanto che Francesco II si sarebbe trovato nel suo Regno e che tutte le Fortezze non si sarebbero rese, compresa quella di Gaeta, dentro la quale il Re erasi rifugiato, il Comando della Piazza di Civitella del Tronto era nel dovere di non cedere quella affidata ai suoi ordini e che per conseguenza l'avrebbe difesa con tutti i mezzi che erano in suo potere, sino a che una forza maggiore non l'avesse obbligato a cedere.
     Dichiarava però nel contempo, che se il suo Re avesse abbandonato il Regno, senz'altro, cioè sciolto da qualunque dovere di disciplina, avrebbe trattata la resa.
     Il giorno 12 gennaio giunse notizia Ufficiale che Gaeta aveva conchiuso un armestizio. Il nostro Comando a tale notizia si affrettò a chiamare a parlamento quello della Fortezza onde sentire, se fosse stato possibile, conchiudere tra loro il medesimo patto. Non furono difficili le trattative, ed infatti l'armistizio fu conchiuso, e si stabilì che avesse dovuto avere la durata di otto giorni ad incominciare dal 14.