Vincenzo Bindi
Gaetano Braga da' ricordi della sua vita


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     Non mi dimenticherò mai che in ogni sabato mi mandavi il tuo ragioniere al Collegio, e un giorno mi mandasti camicie, calze, tovaglie, mutande, fazzoletti perché mi avevano tutto rubato nella camerata dei piccoli. E, quanto spendesti per farmi rimettere in salute nel 1849, invitandomi a Castellamare con la tua famiglia, e siccome l'aria era troppo viva, mi mandasti a Sorrento in una campagna di tua sorella, la Contessa di Correale; e quando i medici ti dichiararono che io entravo in convalescenza e che in breve avrei potuto soddisfare la mia passione per la musica e ricominciare a suonare il violoncello, col danaro tuo e che raccogliesti da' tuoi parenti, che villeggiavano teco, mi comperasti un violoncello, che una mattina mi facesti trovare vicino al letto! E, mi pare di vederti, mia angelica Signora, entrare nella mia camera e dirmi: 'Gaetanino, vedi vicino al tuo letto che ci sta! Quello è tuo, con tutti i parenti miei te lo abbiamo comprato a Napoli!'. E' vero che ho amato assai la mia madre naturale; ma tu nel mio cuore occupi il posto subito dopo di lei, e prima di mio padre. Questo amor mio per te è la sola ricompensa che posso offrirti". (12)
     A Napoli rivide i compagni della sua giovinezza ed amici carissimi e ebbe da tutti grandi manifestazioni di devoto affetto. Accompagnato dal Conte di Siracusa, volle visitare il Collegio di S. Pietro a Majella, dove fu accolto da Mercadante con paterno giubilo; abbracciò commosso il suo vecchio collega Ciaudelli, Conti maestro di contrappunto e Busti maestro di canto; e ricevé baci ed abbracci da tutti quelli che erano ancora rimasti colà. Fu una scena davvero commovente che si prolungò, fra il generale entusiasmo, per tutta la giornata, ricordandosi e ricordando i momenti ed i giorni felici, consacrati allo studio ed al lavoro, trascorsi in quel luogo. Rivide l'archivio, dove le notti intere aveva studiato, e il vecchio Florimo; rivide il suo piccolo violoncello e non mancò di visitare ogni angolo, perfino il più recondito, di quello Istituto, che gli ricordava il tempo della sua giovinezza!

(12) Amalia Acquaviva, figliuola a Giovan Girolamo Duca di Atri e Conte di Conversano e a Donna Giulia Colonna de' Principi di Stigliano, donna di forme bellissime, di animo nobile e generoso, di cuore soccorrevole, fino al sacrifizio, verso gl'infelici, entusiasta di ogni cosa bella, musicista, poliglotta, cultrice esimia delle lettere, della pittura e delle muse, ha lasciate larghe e non cancellabili tracce della sua troppo breve vita. Sposa a Gioacchino Colonna, divenuto poi uno dei primi Senatori del nuovo Regno d'Italia, fu tra le dame più elette dell'alta aristocrazia napoletana ed una delle stelle di prima grandezza, come direbbe de Cesare, che brillò a quel tempo nel bel cielo Partenopeo. Di spiriti liberali ed ardenti, per amore alla patria, aveva resa, nel 1857, la sua bella villa di Cava de' Tirreni il ricettacolo di quanti uomini illustri e di liberi sensi onoravano allora Napoli: vi si raccoglievano: il Marchese Caracciolo di Bella, Ministro poi del Regno d' Italia, Ruggiero Bonghi, Francesco de Sanctis, Luigi La Vista, Carlo Poerio, Saverio Altamura, Domenico Morelli, e tanti altri, e tra essi il giovane Braga, che da Lei aveva imparato ad amare 1'Italia e che, unito a quei giovani, che segretamente congiuravano contro il mal governo borbonico, andava a gridare tutte le sere sotto il palazzo Reale: viva Pio IX, viva la costituzione, abbasso il Ministero, e prese poi parte alle barricate. Protettrice e quasi come una madre di Gaetano Braga, ebbe sempre per lui premure affettuosissime, lo aiutò in tutti i bisogni ed in tutte le circostanze; ben perciò ebbe a meritare il tributo di gratitudine, che il Maestro, divenuto poi celebre, le rivolse con così commosse parole. Fu donna Amalia amica degli artisti e de' letterati più insigni, che illustrarono gli ultimi anni della Monarchia Napoletana: Gonsalvo Carelli, Domenico Morelli, Saverio Altamura, Gabriele Smargiassi, Michele di Napoli, Giuseppe Mancinelli, Tito Angelini.... e poi Giuseppe Regaldi, Giannina Milli, P. A. Fiorentino, Aurelio Saliceti, Emanuele Rocco, Vincenzo Torelli, P. Bozzelli, per tacere di tanti altri. Abbiamo di lei un libricino di teneri e soavi versi, divenuto oggi rarissimo e che meriterebbe veder di nuovo la luce: porta questo titolo: Raccolta di pochi versi. Teramo, presso Giuseppe Marsilii 1835 in 24°: segue: Versi di Amalia Acquaviva d' Aragona, dei Duchi di Atri e Conti di Conversano. La stessa raccolta contiene: Versi di Biagio Palermi: un sonetto è scritto per il Genetliaco della nobile Donzella D. Amalia Acquaviva d'Aragona; un Sonetto alla Signora Giulia Colonna-Stigliani de' Principi Giugliano, Duchessa di Atri e Contessa di Conversano; una lirica per la ricorrenza del giorno onomastico del signor Girolamo Acquaviva d'Aragona Duca d'Atri; il Canarino che vola, madrigale recato, come 1'a. scrive, da un canarino che volò sul pianoforte, mentre la signora Amalia Acquaviva cantava alcune sue poetiche composizioni. Chiudono la raccolta quattro liriche di Aurelio Saliceti, dedicate alla signora Amalia Acquaviva d' Aragona.