Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Asse immutabile della terra per diecimila kalpa.

     Al sommo di questa montagna, proprio nel bel mezzo, si trovava una rupe di immortali. L'altezza era di trentasei piedi e cinque pollici, il circuito di ventiquattro piedi: le dimensioni corrispondevano ai trecentosessantacinque gradi dell'eclittica e alle ventiquattro divisioni del calendario. Era scavata da nove cavità e perforata da otto fori, come le nove case e gli otto trigrammi. Non era ombreggiata da alberi, ma qua e là l'adornavano angeliche e orchidee.
     Ora, dall'inizio del mondo, giorno dopo giorno, essa era stata impregnata dalla limpidezza celeste e dal rigoglio terrestre, dai vigorosi raggi di sole e dal dolce chiaro di luna. Così a lungo accarezzata, finì per essere penetrata da un pensiero, si ritrovò divinamente incinta e un bel giorno si spaccò, partorendo un uovo di pietra grande come un pallone. Esposto all'aria aperta, esso si trasformò in una scimmia provvista dei cinque sensi e munita delle quattro membra.

     Imparò subito a camminare e ad arrampicarsi, e salutò i quattro orienti. Nel far ciò il suo sguardo scintillante dardeggiò due raggi d'oro fino al Palazzo della Stella Polare.
     Ebbe un soprassalto l'Imperatore di Giada, il Gran Compassionevole delle alte sfere celesti, che troneggiava nella sala preziosa delle Nuvole Misteriose del Palazzo dell'Arco d'Oro, fra immortali e ministri. Vedendo il lampo d'oro fiammeggiante, ordinò a Occhio Mille Leghe e a Odi Buon Vento di andare ad aprire la porta celeste del Sud per vedere che cos'era capitato.


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