Brilla la sua fama,
È giunta la sua ora?
Qui l'attende il destino:
Entra da re nel suo palazzo.
Ecco che chiude gli occhi, si raccoglie e balza al di là della massa d'acqua che cade: alza la testa, sgrana gli occhi e che vede? Né onde né flutti là dentro, ma un ponte scintillante. Si fermò per concentrarsi meglio e guardò attentamente: era un ponte di liste di ferro; l'acqua, che sgorgava da una cavità della roccia, ricadeva mascherandone l'accesso. La scimmia, avanzando a schiena curva e guardandosi intorno, ebbe l'impressione di entrare in un luogo fatto per abitarci, davvero un bel posticino. Vedete un po':
Azzurra nebbiolina sotto la bianca giada, con luci arcobaleno.
Le grandi stanze vuote dalle calme finestre; fiori sui banchi lisci.
Stalattiti-mammelle versan perle di drago su strane concrezioni.
Ci sono vasi e coppe, piatti e tazze di pietra su tavole rugose.
Le pentole e i fornelli serban tracce di fuoco. Leggiadre panche e letti.
Svetta il bambù, fiorisce qualche ramo di prugno. I pini azzurri
Lucidi nella pioggia. Non sembra forse una dimora umana?
Dopo aver lungamente contemplato, saltò sul ponte e, osservando a destra e a manca, scoprì nel mezzo una stele che recava nella parte superiore una colonna di grandi caratteri in calligrafia quadrata:
TERRA BENEDETTA DEL MONTE DI FIORI E FRUTTI
PARADISO CAVERNOSO DELLA GROTTA DEL SIPARIO TORRENZIALE
La scimmia di pietra non stava in sé dalla gioia; fece dietro-front per uscire, si raccolse, chiuse di nuovo gli occhi e balzò d'un tratto oltre lo sbarramento acquatico. Rideva e gridava:
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