"Ma certo, ma certo!" risposero i monaci a una voce. "Abbiamo applicato scrupolosamente tutta la nostra diligenza al servizio di sua signoria."
"Da quando mi hai lasciato stamane" precisò Tripitaka "mi hanno servito il tè tre volte e il pasto due volte. Non ho fatto che mangiare e bere, sono stati diligenti. Ma il mio vestito me lo devi assolutamente riportare."
"Non c'è fretta, l'importante è sapere dov'è. Ve lo garantisco: catturerò il malfattore e vi riporterò la refurtiva. Non vi inquietate, state tranquillo."
Il superiore del convento invitò anche Scimmiotto a tavola. Il Novizio sgranocchiò qualcosa, risalì sulla sua nuvola e riprese le ricerche. Mentre era in giro, vide un diavoletto che stringeva sotto l'ascella un cofanetto di legno di pero e se ne veniva giù per la strada maestra. Indovinando che la scatola doveva contenere un messaggio, spiaccicò il malcapitato con un tocco, lo gettò nel fosso e aprì il cofanetto: in effetti c'era dentro un biglietto di invito. Si leggeva:
L'Orso vostro servitore si inchina profondamente al venerato e rispettabilissimo superiore della Camera di Cinabro dello Stagno d'Oro: vi sono profondamente riconoscente dei favori insigni che in più occasioni mi avete accordato. La notte scorsa ho osservato che avete subito un incendio e sono desolato di non avervi potuto aiutare. Spero che vorrete perdonarmi e che non abbiate subito altri danni. Il caso ha posto nelle mie mani un abito buddista, che mi auguro possa dare occasione a un convegno elegante. Ho rispettosamente preparato bevande, che amerei offrire al giudizio del grande intenditore. Vi supplico di volerci fare l'onore e il piacere di una visita quando vorrete, considerando che l'invito viene portato a vostra conoscenza, per la presente, con due giorni di anticipo.
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