Scimmiotto rese la cortesia. Poi si sedettero e presero il tè. Dopo il tè, il mostro fece un bell'inchino rispettoso e chiese: "Stavo appunto inviandovi due parole di invito per dopodomani. A che debbo il piacere di una vostra visita fin da oggi, mio vecchio e venerato amico?"
"Venivo a presentarvi i miei rispetti, quando ho casualmente trovato per via il vostro messaggio così ben tornito. Voi parlavate di festeggiare un abito buddista, e io mi sono affrettato a venir qui nella speranza di poterlo ammirare."
"Temo che vi sbagliate, amico mio" replicò il mostro sorridendo. "Il proprietario del kasâya è appunto quel monaco cinese che è ospite vostro. Dunque dovreste averlo già visto, senza bisogno di venire da me."
"È vero che lo avevo preso in prestito, ma era notte e voi lo avete portato via prima che io potessi aprire il pacco ed esaminare il contenuto. D'altronde sapete bene che il monastero è stato devastato da un incendio, abbiamo perduto tutti i nostri beni. Nella confusione l'abito era scomparso, non si trovava più. Dal momento che avete avuto voi la fortuna di ritrovarlo, sono venuto ad ammirarlo qui da voi."
Mentre conversavano amabilmente, un diavoletto di pattuglia sulla montagna venne ad annunciare: "Disgrazia, grande re! Il messaggero che doveva recapitare gli inviti è stato ucciso dal Novizio, che ne ha approfittato per prendere l'aspetto del patriarca e venir qui a prendervi in giro."
Il mostro si disse: "Ecco il perché dell'arrivo così rapido. È lui!"
Afferrò la lancia e balzò su Scimmiotto, che estrasse il randello e riprese il proprio aspetto. Parò il colpo e si gettò dalla sala nella corte, continuando a combattere fino alla porta principale e terrorizzando tutti gli abitanti della caverna. Giovani e vecchi si sentivano morire di paura. Questa terribile battaglia sulla montagna non si può paragonare alla precedente. Che botte da orbi!
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