Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Il mostro le offrì l'altra pillola: "Amerei dividerle con voi, maestro del Vuoto Trascendente."
     Quando il mostro accostò la sua pillola alla bocca, essa vi entrò da sola e gli rotolò in fondo alla gola e dentro le viscere. Qui giunta riprese la sua forma originaria e incominciò a combinarne di tutti i colori; il mostro si rotolava per terra dal dolore. Guanyin si rivelò e reclamò l'abito buddista.
     Presto Scimmiotto, che stava stretto e non vedeva nulla in quel buio viscerale, non ne poté più e uscì da una narice. Ma la pusa, che non si sentiva sicura del buon esito della lezione, appoggiò destramente sulla testa del mostro uno dei suoi cerchi costrittori.
     Il mostro si poté rialzare e afferrò minaccioso la sua lancia, ma Guanyin si mise a recitare l'incantesimo. Il mostro lasciò cadere l'arma e si rotolò per terra peggio di prima. Quel gaglioffo del re scimmia guardava e rideva.

     "Creatura malvagia!" disse Guanyin "ti vuoi convertire?"
     "Di tutto cuore! Basta che la smettiate!" gridò il mostro.
     Scimmiotto pensò che poteva essere una scusa per prendere tempo, e alzò la mano per colpirlo; ma Guanyin lo fermò: "Non lo toccare. Mi serve."
     "A che serve conservare un mostro simile?"
     "Ho giusto bisogno di un guardiacaccia per un boschetto sul versante posteriore del Monte Potalaka; lo voglio assumere come aiutante della divinità locale."
     "Siete la solita santa misericordiosa e salvatrice" replicò Scimmiotto. "Se l'avessi io, la formula di quel mal di testa, ci fotterei ben bene lui e tutta la genia degli orsi bruni."


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