Il mostro si inginocchiò supplicando: "Non ascoltatelo, vi prego, risparmiatemi la vita e mi convertirò al giusto frutto."
Guanyin gli posò la mano sul capo e gli fece promettere di rispettare i cinque divieti; poi gli chiese di prendere la sua lancia e di seguirla. Quel giorno l'orso bruno vedeva
Estinta l'ambizione divorante,
Domata la sfrenata ostinazione.
"Consapevole del Vuoto, tu puoi ritornare dal monaco cinese. Mi raccomando, abbine cura e non provocare altri guai!"
"Vi ringrazio di essere venuta ad aiutarmi da tanto lontano. Il mio dovere è di riaccompagnarvi."
"Ma non è necessario."
Scimmiotto prese allora rispettosamente in consegna il kasâya, si prosternò per congedarsi e se ne andò. Guanyin ritornò nei mari del Sud con il suo orso bruno. Lo attestano i versi:
[...] Venne per aiutare la ricerca
Delle scritture e a casa ritornò.
Il mostro convertito l'accompagna
Ed il kasâya vien ricuperato.
Se poi non sapete che cosa avvenne dopo, ascoltate il prossimo capitolo.
CAPITOLO 18
PORCELLINO
DOPO AVER LIBERATO TRIPITAKA DALLA PROVA DEL MONASTERO DI GUANYIN, IL GRANDE SANTO SCACCIA DALLA TENUTA DEL VECCHIO GAO UN MOSTRO DI ORIGINE SUINA.
Scimmiotto, preso congedo da Guanyin, appese il kasâya a un odoroso albero della canfora, levò il randello da dietro l'orecchio e si precipitò dentro il covo di Vento Nero. Dei diavoletti, era scomparsa ogni traccia. Quando avevano visto apparire la pusa, e il loro capo e padrone dapprima rotolarsi per terra, poi definitivamente sconfitto, si erano dispersi ai quattro venti. Ma l'umore vendicativo di Scimmiotto cercava uno sfogo: accatastò legna secca dappertutto, alle entrate, alle uscite, davanti e dietro, e vi mise fuoco; il Vento Nero diventò Vento Rosso. Poi raccolse l'abito buddista, salì sulla sua nuvola e la diresse a nord.
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