La mattina seguente i pellegrini strigliarono il cavallo, lo sellarono, fecero fagotto e uscirono dal convento. La folla dei monaci li accompagnò per un bel pezzo; Scimmiotto camminava in testa. La primavera era in fiore:
Sull'erba tenera, tracce di zoccoli;
I fili d'oro pendono dai salici,
Sono fioriti peschi ed albicocchi,
Scompaiono i sentieri sotto l'erba.
Dormono al sole anitre mandarine
In coppia sulla sabbia accovacciate.
I profumi stordiscon le farfalle.
Si viaggiò nell'autunno e nell'inverno,
Ora la primavera è alla metà:
Quando sarà finito il lungo viaggio?
Maestro e discepolo camminavano da cinque o sei giorni in una regione desolata quando, al calar del sole, videro in lontananza un cascinale.
"Consapevole del Vuoto" suggerì Tripitaka, "guarda quei casolari laggiù ai piedi della montagna: potremmo farci ospitare per la notte e ripartire domattina. Che ne pensi?"
"Prima di decidere, lasciatemi controllare se è tutto in ordine."
Il maestro tirò le redini e il Novizio concentrò lo sguardo per esaminare attentamente il luogo. C'erano
Le siepi di bambù, tetti di stoppie,
Le grandi chiome d'alberi all'ingresso,
Case riflesse nel rivo sinuoso.
Il salice sul bordo della strada
È verde tenero. I fiori sbocciati
Riempion tutta la corte di profumi.
Nel crepuscolo cantano gli uccelli.
Rientrano gli armenti. Sale il fumo
Dalla cucina. Nello stabbio dormono
I maiali. Sonnecchian le galline
Sopra i trespoli. Giù per il sentiero
Viene il vecchio vicino che ha bevuto
Un po' troppo e canticchia filastrocche.
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