Vista la piega che prendevano le cose e l'impossibilità di realizzare il suo piano, Scimmiotto si trasformò in un falco affamato:
Terribile, con artigli di giada e ali d'acciaio, si lancia in picchiata dalle nuvole. La perfida volpe e la lepre astuta si sentono venir meno dalla paura, e corrono a nascondersi. La fame lo spinge a fare razzia di colombe; quando è sazio risale altissimo nel cielo.
Il falco allargò gli artigli e piombò sui cibi, provocando un putiferio: tavole rovesciate, stoviglie rotte in mille pezzi, frutta e verdure sparse dovunque nella polvere.
"Da dove viene questa bestiaccia? Ha il diavolo in corpo!" Tripitaka tremava, benché si fosse reso perfettamente conto della manovra di Scimmiotto; la ragazza correva qua e là disperata e non sapeva che fare. "E dire che mi ero data tanta pena per far bella figura con questo banchetto. Povere le mie stoviglie!"
"C'è di peggio" informarono le servette. "Di stoviglie, ne abbiamo altre negli armadi; ma di cibo vegetale in dispensa è rimasto ben poco."
"Spazzate il pavimento e servite quello che abbiamo, vegetariano o no. Questa bestiaccia dev'essere stata mandata dal Cielo e dalla Terra, indispettiti perché trattengo presso di me il monaco cinese. Prepareremo un'altra cerimonia di nozze, e questa volta pregheremo il Cielo di fungere da mediatore e la Terra da testimone: se vengono coinvolti, non possono guastar tutto un'altra volta."
In attesa dei nuovi preparativi, Tripitaka venne rispedito sotto il portico.
Quanto a Scimmiotto, volò via fino all'imboccatura dell'abisso; qui riprese il proprio aspetto, gridò: "Fate largo!" e balzò fuori, fra Sabbioso e Porcellino che si tenevano pronti con le armi in pugno.
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