"Hai trovato la vampira? Come sta il maestro?"
"Ma sì, vi mandano i loro saluti."
"Chissà quante ne deve passare il maestro là dentro. Lo hanno appeso al soffitto? Contano di lessarlo o di cuocerlo al vapore?" chiedeva Porcellino.
"Niente di tutto questo. La ragazza lo vuole impalmare."
"Dunque sei rimasto là sotto a brindare alle nozze. Hai una bella fortuna."
"Bestia! Quali brindisi vuoi fare, mentre il maestro è in pericolo?"
"E allora perché sei risalito?"
Scimmiotto fece il resoconto degli avvenimenti e concluse: "Pazientate ancora e restate qui. Farò un altro tentativo, e questa volta vedrete che avrò successo."
Tornò a trasformarsi in mosca e volò sulla torre d'ingresso. Si sentiva la lamia che dava ordini, con la voce roca di collera: "Avanti con quei piatti! Non importa se sono vegetariani o no. E portatemi carta da bruciare: devo spedire gli inviti al Cielo e alla Terra."
"Che spudorata! Vuol farsi il suo bonzo, alla faccia del Cielo e della Terra" si disse Scimmiotto. "Andiamo a vedere che ne è del maestro."
Il maestro sedeva sotto il portico, più lacrimoso che mai. Quando Scimmiotto gli si posò sulla testa e lo chiamò, balzò su indignato: "Macaco del malanno! Sei il peggiore dei miei persecutori. Ti sei lasciato andare ai tuoi sfoggi di bravura e hai rovinato tutto il cibo commestibile di casa. Il bel risultato è che l'hai esacerbata: ora vuole costringermi a mangiare cibi proibiti. E io come farò?"
"Via, maestro, non ve la prendete così! Ho un altro modo per togliervi dai guai."
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