"Porcellino!" gridò Tripitaka. "Posa il rastrello, sono io che arrivo!"
Porcellino e Sabbioso li accolsero festosi. È proprio il caso di dirlo:
La scimmia dello spirito ha sottomesso il mostro
Agendo dall'interno. Sulla porta del carcere
Accolgon terra e legno il monaco ormai libero.
Se poi non sapete che ne fu della lamia, ascoltate il seguito.
CAPITOLO 83
LA QUERELA RITIRATA
OVE LA SCIMMIA DELLO SPIRITO RICONOSCE LA FONTE DEL CINABRO, E FANCIULLA SEDUCENTE RITROVA IL FONDO DELLA PROPRIA NATURA.
Quando Tripitaka uscì dall'abisso accompagnato dalla lamia, Sabbioso gli chiese: "Che ne è del nostro condiscepolo anziano?"
"Avrà fatto bene i suoi conti" suppose Porcellino, "e avrà trovato conveniente far cambio con il maestro."
"Al momento il vostro condiscepolo è nel ventre di questa signora" dichiarò Tripitaka.
"Che schifo!" esclamò Porcellino. "Che cosa stai armeggiando lì dentro? Vieni fuori."
"Che apra bene la bocca!" gridò Scimmiotto. "Arrivo."
La lamia spalancò le mascelle quanto poté. Il Novizio si fece piccolo e le salì nella gola. Prima di avventurarsi ad attraversare la bocca, pensò bene di prendere una precauzione contro il rischio che la creatura tentasse di morderlo: trasformò la sbarra magica in un nocciolo di giuggiola e lo collocò strategicamente fra i suoi denti. Poi sfrecciò via fra quella cerchia, ricuperando l'arma al passaggio, e balzò per aria riprendendo il proprio aspetto, con la sbarra levata in posizione di combattimento. La lamia sfoderò le due spade preziose, e si concessero un bel duello in cima alla montagna.
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