Con le spade volanti difendeva il volto da quella sbarra, sempre pericolosamente vicina. Lui è la scimmia dello spirito, nato dal cielo; lei, fanciulla seducente, è figlia della terra.
Son pieni di rancore e provano una gioia feroce a sfogare nello scontro il loro furore. Lei vuole impadronirsi dello yang primordiale attraverso l'unione carnale; lui vuole formare il santo embrione combattendo il puro yin. Quella sbarra riempie il cielo di fredde brume; quelle spade vagliano la nera polvere della terra. Lotta e sfoggio di talenti sono dovuti alla missione del monaco cinese.
Se l'acqua combatte il fuoco, la Via della Madre ne soffre. Yin e yang non si possono unire, e ciascuno va per la sua strada.
Lottarono a lungo, da far tremare i monti e fremere le fronde delle foreste.
Porcellino brontolava: "Vedi che pasticcione! Le stava nel ventre: avrebbe potuto metterla a ferro e fuoco, e uscendo squarciarla. Il nostro problema sarebbe stato risolto. Invece quello scemo è uscito per benino dalla bocca; adesso se la goda lui."
"Hai ragione, fratello" rispondeva Sabbioso. "Ma è pur merito suo se il maestro è risalito dall'abisso. Facciamo accomodare il maestro da qualche parte, impugnamo le armi e andiamo ad aiutarlo."
"Nemmeno per sogno" si rifiutò Porcellino. "Quello non è un avversario da poco; io non ci sto."
"Non ci possiamo tirare indietro. Avrà poteri maggiori dei nostri, ma anche un peto fa il suo vento."
"Dài, facciamoci sotto" cambiò idea Porcellino.
La lamia era già in difficoltà; quando piombarono su di lei e la tempestarono di colpi, volse le spalle e fuggì. "Acchiappa, acchiappa!" gridava Scimmiotto.
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