NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


Pagina 680
1-40- 80-120- 160-200- 240-280- 320-360- 400-440- 480-520- 560-600- 640-680- 720-745

[Indice]

     Dopo questo, madonna Minerva, che mi grappò dove ho detto di sopra, parendole pur ch'io fusse uno uom da bene, mi prese per mano tutta ardita e tutta savia, con dire: - Meniamolo un poco a solazzo. - E così comparimmo a la stalla del Pegaseo, il quale stregghiava Quinto Gruaro, e pre' Biagio gli empieva la rastrelliera. Egli è un bel pezzo d'animalaccio, e proprio atto a portare in groppa la recolenda coglionenia di coloro che fan mille pazzie per lasciarne memoria. Frappato ch'io ebbi de la foggia e de l'ali de la bestia, bevvi tanta acqua caballina quanto vino avrien bevuto due franciosi scalmanati. Ella è del colore e del sapore di quella de le Tre fontane.
     Tenuto alquanto il becco in molle, capitammo in uno studiolo pieno di penne, di calamari e di carte; e, senza dimandarne, dissemi la signora armata: - Questo è il luogo dove si scriveranno l'istorie de le fatiche che dee fare il tuo duca d'Urbino contra i nimici di Cristo. - E io a lei: - Non potevano esser per altro conto. - Visto lo scrittoro, viddi un giardinetto secreto, pieno di palme e di lauri verdi al possibile; e, perché m 'indivinai ch'erano serbati a le corone dei suoi trionfi, dissi, ne l'aprir ella la bocca: - Io so ciò che volete dire. - E ancora, nel sentire scarpellar marmi, m'avisai che si lavoravano per gli archi e per le statue di Francesco Maria e del figliuolo.

     Or eccomi con esso loro ne la chiesa de l'Eternità, fatta, pareva a me, di componimento.dorico, significando, con tal sodezza, il suo aver sempre a essere. A punto ne l'entrarvi intoppo due miei fratelli, il Sansovino e Tiziano. L'uno poneva suso la porta di bronzo al tempio, dove erano intagliati i quattromila fanti e gli ottocento cavalli, con cui la Sua Eccellenza trascorse Italia, quando fece venire il cancaro a Lione. E, dimandatogli io a che fine lasciava ivi un certo spazio, mi rispose: - Per iscolpirci ciò che va cercando Paolo. - L'altro locava sopra l'altar grande una tavola, la dipintura de la quale mostra vive vive le vittorie del nostro imperadore.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]