I NIBELUNGHI


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     Nella Canzone dei Nibelunghi non si fa speciale menzione di cotesti antichi miti, ma si dànno come per conosciuti. Infatti essi dovevano esserlo, e le origini di Siegfried, e la sua forza straordinaria, e le precedenti prodezze compiute, alle quali si accenna in molti altri poemi e saghe precedenti, furono certamente per secoli familiari alle nazioni nordiche. Ma, in fondo, che altro è l'eroe Siegfried se non l'ellenico Achille? Entrambi di origine divina, forti, invulnerabili, fuorchè in un punto solo.
     Dalla segreta gelosia di Brunilde avrà origine il dramma. Un giorno le due regine si insulteranno a vicenda, e Brunilde chiederà vendetta al fido Hagen, il quale, d'accordo coi re, decide la morte di Siegfried. Il giovane eroe viene ucciso a tradimento durante una partita di caccia, e il suo cadavere sanguinante viene deposto dinanzi alla porta di Crimilde.

     Nella seconda parte della canzone assistiamo all'implacabile dolore di Crimilde, che non sogna più che la vendetta. Trascorrono così tredici anni. Nuovi personaggi entrano in azione.
     Nel lontano paese degli Ungari, o, se si vuole, degli Unni, muore frattanto Helke, la moglie di Re Attila, la quale ha gran parte nelle canzoni e nelle leggende del tempo.
     Attila, rimasto vedovo, pensa a riammogliarsi. Gli parlano di Crimilde, la vedova di Siegfried. Attila rimane qualche tempo dubbioso, ma il suo fido consigliere Rüdiger di Bechlar lo induce a chiedere la mano di Crimilde. Rüdiger stesso è incaricato dal re di questa missione, e arriva a Worms, dove espone in forma solenne la sua ambasciata. Il re ed i suoi fratelli non sono alieni dall'accettare la domanda di Attila, soltanto Hagen ne li sconsiglia.


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