I NIBELUNGHI


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     Disse allora il cavaliere di Metz, Ortwein:
     «Non gli servirà più la sua forza. Se il mio signore lo permette gli farò tutto il male possibile».
     E così tutti i cavalieri furono disposti a male, senza ragione alcuna.
     Hagen tutti i giorni ripeteva a Gunther, che, quando Siegfried più non vivesse, molti paesi diverrebbero suoi. Allora l'eroe cominciò a turbarsi. Disse il re:
     «Smettete la collera omicida. Egli è nato per il nostro onore e la nostra salvezza. E poi quell'uomo arditissimo è così forte, che, se supponesse qualcosa, nessuno oserebbe avvicinarlo».
     «No», disse Hagen, «potete stare tranquilli; faremo tutto segretamente. Il pianto di Brunilde deve costargli caro. Hagen sarà sempre pronto a odiarlo e colpirlo».
     Allora disse re Gunther:
     «Come si potrà farlo?».

     E Hagen gli rispose
     «Lo intenderete subito. Noi faremo cavalcare per il paese dei messaggeri, i quali verranno a intimarci aperta guerra; saranno sconosciuti a tutti. Allora voi direte davanti ai vostri ospiti che vi disponete coi vostri vassalli alla guerra. Quando udrà ciò Siegfried vi prometterà di aiutarvi, e allora sarà perduto, solo ch'io sappia da sua moglie una notizia».
     Purtroppo il re ascoltò il consiglio del suo vassallo. Così i scelti guerrieri cominciarono a pensare il tradimento; i litigi di due donne rovinarono molti eroi.


     QUINDICESIMA AVVENTURA

     Come Siegfried fu tradito.

     Hagen continuava a eccitare Gunther contro Siegfried.
     Così dapprima finsero di dover fare guerra contro i re vicini, e subito il valoroso Siegfried si offerse di andare a combattere coi suoi guerrieri in favore dei Burgundi.


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