I NIBELUNGHI


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     Allora Hagen di Tronje si recò da Crimilde col pretesto di prendere congedo da lei, perchè anch'egli sarebbe partito per la guerra.
     «Me fortunata!», disse Crimilde, «di avere conquistato un uomo che sa difendere così bene i miei cari amici, come fa Siegfried coi miei fratelli, e perciò io sono sempre di buon animo».
     Disse poi la regina:
     «Caro amico mio, Hagen, io spero ora che vi ricorderete che io vi servo volentieri; non vi ho mai offeso; ciò torni a profitto al mio caro marito; non fate scontare a lui quello che io ho fatto a Brunilde.
     «Io ne sono pentita», disse la nobile donna, «e egli mi ha coperto il corpo di lividure, per castigarmi di avere amareggiato l'animo di Brunilde; egli l'ha vendicata, il buono e ardito cavaliere».
     Egli disse:
     «Vi riconcilierete fra pochi giorni certamente. E ora, Crimilde, mia signora cara, ditemi in che modo posso servirvi presso Siegfried, vostro signore. Io lo farò volentieri, regina».

     La nobile donna disse:
     «Io sarei senza timore che in battaglia possa perdere la vita, se egli non fosse temerario, questo guerriero bravo e valoroso».
     Hagen cominciò:
     «Se voi, signora, temete che egli possa essere ferito, confidatemi come potrei fare per impedirlo? Per difenderlo cavalcherò e andrò sempre accanto a lui».
     Ella disse:
     «Tu mi sei parente, e io lo sono a te. Ti raccomando in fede il mio sposo gentile; proteggimi l'amato marito».
     E gli confidò ciò che avrebbe fatto meglio a tacere.
     Ella disse:
     «Mio marito è valoroso e anche molto forte. Quando egli uccise il drago sulla montagna, il pronto guerriero si bagnò nel suo sangue, di modo che nessun'arma non potrebbe valutarlo.


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