Felice Venosta
CARLO PISACANE E GIOVANNI NICOTERA
(o LA SPEDIZIONE DI SAPRI)


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     Altro monumento all'amico Pisacane venne fatto innalzare nel 1872 da Giovanni Nicotera nel Cimitero di Napoli, a Poggioreale. - Rappresenta un obelisco: in cima si vede lo Stemma di Roma colla storica lupa, a dinotare il concetto dell'unità italiana, pel quale il Pisacane cadde illustre vittima. Sulla base vi è un bassorilievo di bronzo; in esso si raffigura il Pisacane ferito a morte, sostenuto fra le braccia del Nicotera. Di fronte è la marina, e si vede il Cagliari. Il moribondo accenna colla mano alla Stella d'Italia che sorge in lontananza.
     Fu Carlo Pisacane ben composto della persona, sebbene di breve statura; ebbe gentile l'aspetto, in cui ad un dolce sorriso tutto suo si mesceva una temperata mestizia che carissimo lo faceva a chi pur per la prima volta lo vedesse. Degli esercizi del corpo, e specialmente della scherma, della ginnastica e dei cavalli, si dilettò oltre ogni credere e vi fu eccellente; ne trasse vigore di membra non comune ed operosità singolare. Quanto è delle qualità dell'animo, al coraggio e all'impeto d'un eroe, aggiunse la dolcezza, l'affabilità, la modestia d'una fanciulla. Fu di rara costanza nell'amicizia e nell'amore; tenace nel proposito; benigno agli altri, severissimo a sè; di parsimonia e di temperanza antica, e tanto più pregevole in lui educato fra molli agi e fra licenze soldatesche; laborioso e amantissimo di studi gravi e che avessero in sè del grande, si beava di contemplare ed ammirare la natura, e da quella traeva argomento a profonde meditazioni e conforto e pace dell'anima. Amò sopratutto la patria, e credette con ferma fede vicina l'ora del riscatto, e diede la vita in testimonianza di quella credenza. Credette che l'Italia fosse non solo grande in ogni nobile arte ed in ogni virtù e seconda a nessun popolo; ma benanco a tutti maestra. E ne' suoi Saggi con moltissimo affetto si adopera a mostrare come la terra nostra nulla abbia appreso dagli altri, tutto insegnato, e possa di virtù propria e con proprie forze operare ogni più gran cosa. Abbiamo già detto come fosse nelle cose militari peritissimo; il suo naturale ingegno, accresciuto dallo studio, fu lucidissimo; e rese tutto quanto riferivasi alla scienza militare assai facile alla comune intelligenza. Nella questione che tutto abbraccia l'umano genere fu socialista; nella questione italiana, inchinò innanzi tratto al federalismo; ma poscia abbracciò le dottrine del Mazzini, l'unità della patria.


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