Felice Venosta
CARLO PISACANE E GIOVANNI NICOTERA
(o LA SPEDIZIONE DI SAPRI)


Pagina 70
1-5- 10-15- 20-25- 30-35- 40-45- 50-55- 60-65- 70-75- 80-84

[Indice]

     I prigionieri erano al quarto giorno fatti salire su carri tirati da buoi, e legati ed esposti ai raggi del sole, e fra i maggiori strapazzi, condotti a Sapri, ove giungevano la mattina del giorno 7 luglio. È facile immaginarsi lo strazio che dovettero soffrire specialmente i feriti gettati in quel modo su carri di campagna ed esposti tutto il giorno alla cocentissima sferza del sole. Verso sera dello stesso dì venivano imbarcati per Salerno, dove, giunti il giorno 9, trovavano gli altri compagni fatti prigionieri a Padula. A Salerno ebbero a patire i più gravi insulti dall'intendente Ajossa. Ma alle contumelie di quel tristo, i generosi rispondevano parole così nobili e così energiche, che fu costretto a tacersi.
     L'Ajossa, assistito da un suo segretario, Alfonso Condò, lo stesso giorno 9 luglio cominciava l'istruttoria.

     Il Nicotera eragli condotto davanti, ravvolto in una coperta di lana, il capo bendato per le ferite, e la mano destra abbandonata al lavoro di sessanta mignatte, non avendo egli voluto che se gliene facesse l'amputazione.
     Stesse domande fatte a Sanza gli furono mosse; eguali risposte. Se non che, il guardiano non aveva raccolte tutte le carte del Pisacane. Nello sparpagliamento, alcune altre erano rimaste sul campo, e queste erano cadute in mano dei commissari borbonici. Venivano presentate al Nicotera, il quale le guardava, le scorreva, e si accorgeva d'essere appena a metà strada. Fra questi documenti ce n'era uno, intestato: "Nota campioni." Era un foglio grande di carta grossissima; portava una lunga lista di nomi insignificanti; nomi di merci, di commestibili. Accanto a ciascun nome era segnata una cifra. Quella "Nota campioni" era nientemeno la chiave del cifrario. Se di quella carta si fosse rilevato il valore, tutte le lettere cifrate del Pisacane sarebbero state interpretate, tutti i coinvolti nella cospirazione inevitabilmente perduti. Che cosa faceva il Nicotera? "- Riconosco queste carte, rispondeva; appartenevano al Pisacane.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]