Federico Adamoli
LA CHIESA PERDUTA
(La vicenda della Chiesa di S. Matteo di Teramo)


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     A mia madre Maria

     Gennaio 1941. «Si è perpetrato un altro grande misfatto contro la Chiesa e la Patria, contro la Religione e l'Arte. A mia insaputa e senza il mio consenso, in questi giorni viene demolita la Chiesa di San Matteo in Teramo. Lo scempio della Chiesa è un triste presagio per noi. Ma sono forse impazziti quelli che comandano a Teramo? Il popolo diceva: la viltà, il tradimento, la prepotenza, la falsità e la ingiustizia hanno trionfato... Se i colpevoli sfuggiranno alla giustizia degli uomini, non potranno sfuggire alla giustizia di Dio. L'Abisso invoca l'Abisso». Con queste parole Don Lorenzo Di Paolo, Parroco Rettore di San Matteo, primo paladino delle sorti della chiesa, tuonava per l'evento irreparabile che cancellava per sempre l'antica chiesa teramana. E per la sacrilega demolizione si profilò da parte del Vaticano l'invio dell'interdetto (1) sulla città di Teramo...

     La minaccia che a più riprese gravò sull'edificio sacro sin dal 1821 si era infine concretizzata, e se centoventi anni prima alla sorte della chiesa si mostrò indifferente lo stesso Vescovo di Teramo - il quale interpellato dal Comune perché si accollasse le spese per il suo restauro, affermò laconicamente che questa «più non servisse che al solo comodo dei collegiali» - la demolizione del tempio situato in Corso San Giorgio di fronte alla Prefettura provocò accese polemiche e fu consegnata alla memoria come espressione della prepotenza fascista. Fu veramente un destino che non poteva essere mutato quello della chiesa di San Matteo, alla cui eliminazione in parte non fu estranea la stessa Curia aprutina? (2)

(1) L'interdetto è una punizione ecclesiastica della Chiesa Cattolica che comporta la sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche di culto e il ritiro dei sacramenti della Chiesa dal territorio. Un interdetto emesso contro una città o una nazione era l'equivalente di un atto di scomunica nei confronti di un individuo. Un interdetto faceva si che tutte le chiese venissero chiuse, e quasi tutti i sacramenti non venivano permessi (ovvero venivano impediti matrimonio, confessione, estrema unzione ed eucarestia).

(2) Questa ricostruzione della vicenda della chiesa di San Matteo è basata, salvo dove diversamente indicato, sulla seguente documentazione: a) Archivio del Comune di Teramo: "Notizie storiche sulla Chiesa di San Matteo", Busta 195, Fascicolo 1; "Chiesa di San Matteo. Chiusura per ragioni di pubblica incolumità", Busta 195, Fascicolo 9; b) Archivio di Stato: Fondo Prefettura, Affari di culto, Chiesa San Matteo: "1941 Demolizione", Busta 58, Fascicolo 6; "1936-1938 Restauri" Busta 58, Fascicolo 7.


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