Federico Adamoli
LA CHIESA PERDUTA
(La vicenda della Chiesa di S. Matteo di Teramo)


Pagina 4
1-5- 10-15- 20-25- 30-35- 40-45- 50-55- 60-65- 70-72-

[Indice]

     Restaurati i danni causati dall'occupazione francese, il 9 dicembre 1832 la chiesa fu di nuovo benedetta dal Vescovo aprutino Alessandro Berrettini e restituita al pubblico culto; la riapertura si rese necessaria in conseguenza della demolizione della chiesetta della Madonna degli Angeli (8). Il governo di Napoli affidò la direzione del Real Collegio e delle scuole secondarie ai religiosi Padri Barnabiti, ai quali venne ingiunto l'obbligo di mantenere aperta la chiesa al pubblico culto. Nel 1861 poi il Real Collegio venne trasformato dal nuovo Governo Italiano in Regio Convitto Nazionale e i Padri Barnabiti lasciarono la direzione del collegio e delle scuole.
     La chiesa, secondo una nota del 19 novembre 1933 della Canonica Curia Vescovile al Governo Italiano, fu sempre adibita e considerata a tutti gli effetti canonici quale succursale della Vicaria Curata della Cattedrale; il vice curato di San Giorgio vi amministrava i sacramenti e vi compiva le funzioni parrocchiali che non potevano aver luogo nella Cattedrale, quando in essa si celebravano le funzioni Pontificali e del Reverendissimo Capitolo dei Canonici.


     Il Tempio di San Matteo ha subito attraverso i secoli, radicali trasformazioni, per cui compito assai difficile è precisarne ora le perdute forme architettoniche. La chiesa in origine, dovette assumere il modesto aspetto degli edifici sacri minori teramani sorti nei secoli XIV e XV, con la facciata ed il portale semplici, nonché munita di tetto in legno a cavalli, abside a forma comune, quasi interamente privo della cella campanaria. L'interno di essa, composto di una o più navi ed abbellito nelle pareti da pitture affresco, alla maniera riscontrata in quasi tutti i luoghi pii della città. A comprova di ciò giova accennare che ancora oggi, di sotto al bianco di calce, nella grande nave rimodernata, appaiono segni e traccie di colori, forse resti di cicli pittorici sovrapposti, di epoche da non potersi precisare.

(8) La chiesetta della Madonna degli Angeli, di antichissima costruzione, situata nell'allora largo di San Giorgio, fu demolita nel 1831 insieme alla chiesa di Santa Lucia nell'ambito dei lavori di ristrutturazione della zona nord-ovest della città che prevedevano la costruzione di un ampio stradone e del largo detto "sopra Porta S. Giorgio" (l'odierna piazza Garibaldi); la demolizione si rese necessaria perché la detta chiesa interferiva con la sua sporgenza alla libera visuale della strada (cfr. Gaetano Miarelli Mariani, "Monumenti nel tempo. Per una storia del restauro in Abruzzo e nel Molise", Carucci editore Roma, 1979, pag. 52 e pag. 68; Alida Scocco Marini, "Le chiese nei quartieri di Teramo", Emmegrafica Teramo, 2001; Vincenzo Irelli, "Breve cronaca dei miglioramenti edilizii, igienici, e commerciali succedutisi nella Città di Teramo nel percorso del secolo che volge, narrata dal Senatore Irelli", Teramo, Stab. Tip. Q. Scalpelli e figlia, 1890; pubblicato già in Corriere abruzzese. Consultabile all'indirizzo Internet: www.delfico.it/Testi_irellibrevecronaca.htm).


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]

Home Page Abruzzo in Mostra