Federico Adamoli
LA CHIESA PERDUTA
(La vicenda della Chiesa di S. Matteo di Teramo)


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     Infine l'arbitrarietà e l'illegalità della demolizione fu ampiamente comprovata sia dalla deplorazione giunta dal Ministero dell'Educazione Nazionale, sia dal provvedimento che fu preso a carico del Comune, al quale fu sanzionato il pagamento di un indennizzo di lire 10.000 (33).

(33) La sanzione fu mal digerita dal Comune, come si intuisce dal contenuto di una comunicazione giunta dalla Soprintendenza ai monumenti e galleria di L'Aquila e rivolta al Podestà: «Non intendiamo certo nè disconoscere nè attenuare le benemerenze del Comune di Teramo in tutto quanto riguarda anche il Culto e la conservazione del pubblico Patrimonio artistico: con tutto ciò, dato che nella questione di S. Matteo il Sup. Ministero ha già deciso una sanzione a cui cotesto Comune deve sottostare per non essersi mostrato ossequiante a precise disposizioni di legge, spero che concorderemo nel modo migliore affinché la somma di L. 10.000 che dovete mettere a disposizione per il restauro di qualche monumento cittadino sia impiegata nel modo migliore».


Documenti


     Teramo, 12 agosto 1936

     Rev.mo e caro Monsignore,

     con la più viva fiducia vengo a manifestarle il dolore profondo che oggi ho sofferto e tuttora soffro per ciò che mi è occorso... La sua immensa bontà saprà comprendermi... E’ vero, sono pieno di difetti, ma la mia coscienza mi assicura che io - nei venticinque anni del mio tribolato sacerdozio, non ho mancato mai di sincerità verso i miei superiori, ho cercato di obbedire sempre e di lavorare anche al di sopra delle mie forze... non ho parlato mai male di nessuno e quindi ho provato il più grande dispiacere nel sentirmi dire da autorevoli persone che Mons. Giovanni Muzii è contrario a S. Matteo.

     Io ho risposto che chi ha sparso questa voce è incorso in qualche equivoco o è stato male informato, perché a me, Mons. Muzii disse così: “Veramente una volta ho pensato di mettere il ricordo dei Caduti a S. Domenico, ma il progetto non fu attuato: se adesso si vuol mettere a S. Matteo a me non importa niente”.
     Poi ho aggiunto che la chiesa di S. Matteo per desiderio del quartiere di S. Giorgio, anzi di tutta la città viene restaurato per due motivi: perché come succursale della Cattedrale possa diventare il centro del ministero parrocchiale di S. Giorgio, e perché possa ricordare alle future generazioni la pace vittoriosa e la costituzione dell’impero come tempio votivo della Vittoria e dei soldati morti in guerra.


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