I NIBELUNGHI


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     Ciò che accader dovesse, ella ignorava ancora.
     Ai cavalieri intorno disse Gunther allora:
     «Aiutatemi a far di Crimilde la sposa
     di Siegfried». Tutti dissero: «Sarebbe onorevol cosa!»

     Disse Gunther: «Crimilde, nobil sorella mia,
     la parola ch'io diedi, mantienla, in cortesia!
     Io ti promisi un giorno a un guerrier. Se acconsenti
     tutti i miei voti, sorella, farai paghi e contenti».

     La nobile fanciulla disse: «Fratello mio,
     voi pregar non dovete, ma ubbidirvi degg'io.
     Comandate, lo sposo di vostra mano accetto.
     Prenderò quello che scelto avete, lo prometto».

     Arrossì il buon Siegfried, di piacere e d'amore,
     Alla nobil donzella porse omaggio il signore.
     Chiusi allor dei parenti nella cerchia ristretta
     si domanda a Crimilde se Siegfried a sposo accetta.

     Timida, come son le fanciulle, un momento

     si vergognò Crimilde, ma, vinto il turbamento,
     non rifiutò la mano de l'eroe fortunato,
     ed egli a lei scambiò promessa di fidanzato.

     Poichè Siegfried a lei s'era promesso, ed ella
     s'era promessa a lui, abbracciar la donzella
     ben si poteva; e tosto la prese fra le braccia,
     e in presenza degli eroi baciò la dolce faccia.

     Si scostarono questi. Ed al posto d'onore
     ecco seder Crimilde vicino al suo signore.
     Nobili cavalieri servivano gli sposi.
     Presso a Siegfried erano i Nibelunghi valorosi.

     Il re sedeva a mensa con Brunilde. Ella scorse
     Siegfried con Crimilde e un gran dolor la morse.
     Ella cominciò a piangere molto. Da le pupille
     su le rosate guancie scendevano grosse stille.

     «Che avete, sposa mia?», le domandò il signore,
     «Perchè oscurar dei vostri begli occhi lo splendore?


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