I NIBELUNGHI


Pagina 62
1-10- 20-30- 40-50- 60-70- 80-90- 100-110- 120-130- 140-150- 160-170- 180-190

[Indice]

     Dovreste rallegrarvi piuttosto. A voi sommesso
     è il paese con molti eroi, e lo sono io stesso».

     Ella disse: «Piangere dovreste voi, signore;
     per amor di Crimilde contristato è il mio cuore,
     là presso il suo vassallo a mensa star la veggio
     e del suo avvilimento ancora piangere deggio».

     Re Gunther le rispose: «Non parliamo di questo,
     di questa storia un giorno vi dirò tutto il resto,
     e saprete perchè ella è a Segfried unita.
     Possa essere felice con lui per tutta la vita!».

     «La sua casta bellezza mi fa pena per lei;
     tanto che se potessi io di qua fuggirei».
     Ella disse: «E lo giuro, non sarò vostra moglie
     s'io non so la ragione per cui a sposo ella lo toglie».

     Disse Gunther allora: «Bene, ve lo confesso
     Siegfried possiede terre, castelli, è re egli stesso.
     Vi dico in verità egli è ricco e possente,

     perciò la mia sorella gli promisi facilmente».

     Ma ella rimase immersa nei suoi tristi pensieri.
     Già le mense lasciavano frattanto i cavalieri.
     Tosto ricominciarono giostre, assalti, tornei.
     Ma al re tardava d'essere alfine solo con lei.

     Ma l'orgogliosa Brunilde non amava colui che ella credeva essere il suo vincitore, e la stessa notte delle nozze ella, abusando della propria forza, legò il marito con una magica cintura che possedeva, e lo attaccò a un piuolo, lasciandolo là fino al mattino.
     Gunther narrò a Siegfried la sua triste avventura. E allora Siegfried, la notte seguente, fingendosi di essere il marito, lottò con Brunilde, la vinse, e le tolse la cintura e un anello, che imprudentemente donò alla propria sposa, Crimilde.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]