I NIBELUNGHI


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     Il feroce navalestro rispose:
     «Non lo farò mai».
     Dicendo queste parole alzò un remo largo, forte e pesante, e colpì Hagen, che cadde sulle ginocchia in fondo alla barca (dovette presto pentirsene!). Mai Hagen aveva incontrato un navalestro così feroce.
     Per aumentare il furore dell'ardito straniero, il navalestro gli diede sulla testa un altro colpo di remo, con tanta forza che il remo si spezzò e volò in frantumi. Era un uomo forte, ma doveva capitar male il navalestro di Else.
     Pieno d'ira Hagen afferrò prestamente il fodero della sua spada, ne trasse la buona lama e tagliò di un colpo la testa al navalestro.
     Poco dopo i Burgundi seppero quanto era accaduto. Al momento in cui Hagen colpì il navalestro la barca fu trascinata dalla corrente; e ciò gli spiacque assai, e gli costò molta fatica.

     Hagen afferrò il remo, e si mise a remare con grande forza, tanto che il remo si spezzò nelle sue mani. Voleva raggiungere i guerrieri che aveva lasciati sulla riva. Ma siccome non aveva più remi, legò insieme i pezzi di quello, con la correggia dello scudo, e discese la corrente.
     Trovò il suo signore che lo aspettava sulla riva. Molti cavalieri gli mossero incontro, e lo salutarono. Quando videro fumare nella barca il sangue uscito dalla tremenda ferita fatta al navalestro gli fecero molte domande.
     Egli rispose con una menzogna.
     Quando re Gunther vide il sangue fumante nella barca, disse subito:
     «Dov'è dunque rimasto il barcaiolo, signor Hagen? Voi gli avrete tolto la vita con le vostre proprie mani».


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