I NIBELUNGHI


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     «Come dovrei conoscere che è feroce?», domandò il re. Egli non sapeva delle crudeli astuzie che la regina meditava contro i proprî parenti, tanto che non uno le sfuggì dal paese degli Unni.
     «Conobbi bene Aldriano; era mio suddito, e si acquistò qui da me molta fama e onori. Lo feci cavaliere e gli diedi il mio denaro. La mia fida Helke gli voleva bene. Ecco perchè conosco quanto riguarda Hagen. Io portai già in questo paese come ostaggi due nobili fanciulli che crebbero qui: lui e Walter di Spagna. Hagen lo rimandai a casa sua. Walter fuggì con Ildegondo».
     Così egli riandava vecchi tempi e cose accadute molto prima.
     Rivedeva dunque qui il suo amico di Tronje, che nella sua gioventù gli aveva reso molti servigi, e ora, nell'età matura doveva uccidergli tanti cari amici.



     VENTINOVESIMA AVVENTURA

     Come Hagen e Volker rimasero seduti nella sala
     dinanzi a Crimilde.

     I due cavalieri si separarono, e il vassallo di Gunther, Hagen, lanciava dietro a sè occhiate furtive, per scorgere qualche compagno. Vide Volker, il musico, presso Giselher e gli fece cenno di andare con lui, perchè ben conosceva il suo feroce coraggio, e che era un cavaliere pieno di virtù, ardito e buono.
     Essi lasciarono i loro signori alla corte, e si sedettero davanti alla casa, dirimpetto a una sala dove era Crimilde, sopra una panca.
     Le loro magnifiche armature spandevano grande splendore intorno alle loro persone. Molti di quelli che li guardavano erano curiosi di sapere chi fossero.
     Alcuni fra gli Unni li guardavano come si guardano le bestie feroci.


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