Felice Venosta
CARLO PISACANE E GIOVANNI NICOTERA
(o LA SPEDIZIONE DI SAPRI)


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     AD AGESILAO MILANO
     SOLENNI ESEQUIE.
     Chi vi dirà il terrore dei preti! Fu fatta ricerca dello sconosciuto; ma non fu mezzo a ritrovarlo.
     Finchè in Napoli durò il governo dei Borboni, gli spasimi di Agesilao continuarono, anche oltre la tomba, su tutti i congiunti, su tutti quanti egli aveva avuto cari. Il Dittatore Garibaldi, come fu a Napoli esercitò un atto di giustizia, ricordando con una pensione la famiglia Milano.
     Ecco il decreto pubblicato in settembre nel 1860:

     "Considerando sacra al paese la memoria di Agesilao Milano, che con eroismo senza pari s'immolò sull'altare della patria per liberarla dal tiranno che l'opprimeva, decreta:
     1. È accordata una pensione di ducati trenta al mese a Maddalena Russo, madre del Milano, vita durante a contare dal primo ottobre prossimo;

     2. È accordata una dote di ducati duemila per ciascuna delle due sorelle del detto Milano. Questa somma sarà investita in fondi pubblici a titolo di dote inalienabile, e consegnata alle dette sorelle nel corso del prossimo ottobre."

     Questa pensione allarmò l'animo dei pusilli, e taluni dissero che il Dittatore premiava con pubblico decreto il regicidio. Da alcune città d'Europa si levò un grido di riprovazione, e molti pensarono che il Garibaldi avrebbe dovuto accordare quella pensione privatamente e senza un pubblico decreto. Francesco II, dalle mura di Gaeta, protestò formalmente presso tutte le corti d'Europa, e fece udire al corpo diplomatico come quelli che reggevano a Napoli la somma delle cose giungessero a tanto da decretare una pensione alla madre ed alle sorelle d'un regicida. Ma non fu immoralità, nè feroce sentimento che spinsero il Garibaldi a sottoscrivere quel decreto, sibbene odio alla tirannide, sentimento di riconoscenza, virtù che in lui primeggia verso chi ha dati tanti belli esempi di sacrificio per vedere infranti i secolari ceppi della patria. Egli non premiava il regicida; ma volgeva un pensiero ad una povera famiglia, che, fatta bersaglio all'ira d'un despota, conduceva fra gli stenti una vita che fu sì cara al povero Agesilao.


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