NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     E in questa maniera perseverando insieme assai discretamente, avvenne che al medico fu messo tra le mani uno infermo, il quale aveva guasta l'una delle gambe: il cui difetto avendo il maestro veduto, disse a' suoi parenti che, dove uno osso fracido il quale aveva nella gamba non gli si cavasse, a costui si convenia del tutto o tagliare tutta la gamba o morire, e a trargli l'osso potrebbe guerire, ma che egli altro che per morto nol prenderebbe; a che accordatisi coloro a' quali apparteneva, per così gliele diedero. Il medico, avvisando che l'infermo senza essere adoppiato non sosterrebbe la pena né si lascerebbe medicare, dovendo attendere in sul vespro a questo servigio, fé la mattina d'una sua certa composizione stillare una acqua la quale l'avesse, bevendola, tanto a far dormire quanto esso avvisava di doverlo poter penare a curare; e quella fattasene venire a casa, in una finestra della sua camera la pose, senza dire ad alcuno ciò che si fosse. Venuta l'ora del vespro, dovendo il maestro andare a costui, gli venne un messo da certi suoi grandissimi amici d'Amalfi, che egli non dovesse lasciar per cosa alcuna che incontanente là non andasse, per ciò che una gran zuffa stata v'era, di che molti v'erano stati fediti. Il medico, prolungata nella seguente mattina la cura della gamba, salito in su una barchetta, n'andò a Amalfi; per la qual cosa la donna, sappiendo lui la notte non dover tornare a casa, come usata era, occultamente si fece venire Ruggieri e nella sua camera il mise, e dentro il vi serrò infino a tanto che certe altre persone della casa s'andassero a dormire.


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