NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Così si diedero ad andare a spasso alla campagna: onde, quando furono arrivati in luogo dove il fiume si pareggiava con le ripe, la buona mula fu la prima a pigliar la trama, quando vedde l'acqua, e quanto poteva se n'andava alla volta delle onde; la chinea, che sempre accompagnava la mula, perché il patrone stava appiccato sempre alla femina malvagia, anca ella nettava il paese; e perché la donna non poteva tirar sì forte il morso che aveva preso la mula con i denti, la si lasciava portare per forza; egli che si sarebbe rattenuto, non voleva, per non abandonar lei. La brigata, che vedeva questa gara di trama, inverso l'acqua, rideva tutta, con dire: - E' fanno a correre il palio con le mule e con le chinee. - Volete voi altro? che la viziosa, ostinata e assetata mula entrò nell'acqua per bere, e, non si tosto vi fu dentro che la profondò. La donna, spaurita, non potendo per la furia né saltare né smontare né gettarsi a scavezzacollo, come colei che mai avrebbe creduto che la mula fosse sì scorsa, se n'andò nell'acqua a gambe levate; e l'amante, che non sapeva quanto fosse la sete della sua chinea, la spinse per dargli di piglio o aiutarla il più che poteva; ma la bestia, in cambio d'alzar la testa quando si sentì un poco di redine (perché non si poteva aiutar la donna e maneggiare il cavallo), abassò il ceffo e si diede a bere. In questo la ripa era fallace, onde la se n'andò giù: il giovane, che sapeva notare, si pose a far le sue forze, ma indarno; perché, passato più inanzi che non doveva, tratto dall'amore, dalla pazzia, dalla forza della gioventù e altre bestialità di cervello, tardi accorgendosi, se inzupparono d'acqua i vestimenti e s'empirono gli stivali, onde fu dalle onde rapacissime annegato. Questa compagnia, stupiti e maravigliati rimaser tutti della nuova disgrazia; e il marito di lei si messe a far quei lamenti, quelle pazzie, e quei pianti, come se la cosa fosse stata all'improvista; e con la sapienza sua si vendicò dell'ingiuria e levassi dinanzi tanto vitupèro.


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