NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Levasi l'uno e l'altro, e tolgono il lume e vanno su, e dicono: - Aprite qua.
     I ciechi, che erano inebbriati su la battaglia, udivano come vedeano. Di che l'oste pinse l'uscio per forza, e aprendolo, intrò dentro, e volendo dividere i ciechi, ebbe d'una mazza nel viso; di che piglia uno di loro e gittalo in terra: - Che vermocane è questo? che siate morti a ghiadi! - e pigliando la mazza sua, dando a tutti di punta, dicea: - Uscitemi di casa.
     La donna dell'oste accostandosi e schiamazzando, come le femmine fanno, uno cane la piglia per uno lembo della gonnella, e quanto ne prese, tanto ne tirò.
     Alla per fine perdendo costoro la lena, ed essendosi molto bene mazzicati, e ch'era caduto di qua e chi di là, dice Lazzero: - Oimè, oste, che io son morto!

     Dice l'oste: - Dio gli ti'mandi! uscitemi testé di casa.
     E quelli tutti si dolgono e dicono: - Oimè, oste, vedi come noi stiamo; - che aveano li visi lividi e sanguinosi - e peggio, che tutti li nostri denari ci sono caduti.
     Allora l'oste dice: - Che denari, che siate morti a ghiadi, che m'avete presso che cavato un occhio?
     Dice Lazzero: - Perdonaci, che noi non veggiamo più che Dio si voglia.
     - Io vi dico: uscitemi di casa.
     E quelli dicono: - Ricòci li danari nostri, e faremo ciò che tu vorrai,
     L'oste fa ricogliere i denari; i quali non assegnò mezzi, e disse: - Qui ho forse cinque lire; voi m'avete a dare delli scotti lire dua, restarcene lire tre; io voglio andare al Vicario quassù, e voglio che mi faccia ragione, che m'avete fedito, e alla donna mia da' vostri cani è stata stracciata la gonnella.


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