Felice Venosta
CARLO PISACANE E GIOVANNI NICOTERA
(o LA SPEDIZIONE DI SAPRI)


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     I vari tentativi dei patrioti per iscuotere il giogo di servitù, comechè falliti, non furono in fatto giammai sterili. Imperocchè, come altrove dicemmo, dando luogo per parte dei tiranni a persecuzioni ed a morti, queste non facevano che sempre più accrescere la fede politica, la quale si andava dilatando dall'un capo all'altro d'Italia.
     Carlo Pisacane facendo tesoro di molte buone letture nel romitaggio d'Albaro, meditò anco e scrisse i Saggi-storici-politici-militari sull'Italia, che divise in quattro saggi: 1° Cenni storici - 2.° Cenni storici militari - 3.° La rivoluzione - 4.° Ordinamento dell'esercito italiano. "Il bisogno, egli dice, di formarmi un convincimento che essendo norma delle mie azioni, fra il continuo mutare degli uomini e delle cose, mi avessero mantenuto sempre nel medesimo proposito, fu la cagione principale che mi determinò a questo lavoro."

     Quantunque terminasse il nuovo libro nel 1855, e se ne fosse potuto conoscere il valore da alcuni frammenti che vennero inserti, invia di appendice, in un giornale genovese, giacque pur tuttavia per ben tre anni inedito, non essendo riuscito mai quel valente uomo a trovare un editore che avesse voluto assumersi l'incarico di pubblicarlo. E chi sa per quanto tempo sarebbe stato ad esso negato l'onore della stampa, se, in seguito alla catastrofe che al Pisacane tolse la vita, non si fossero accinti a procurarne la pubblicazione i tre concittadini commilitoni, Mezzacapo, Cosenz e Carrano, "i quali, scrive il Macchi, intesero con ciò di adempire due debiti; l'uno di porre ad atto l'ultima volontà dell'autore: l'altro di offerire agli amanti d'Italia, qualunque sia la loro opinione, opportuna occasione di dare una testimonianza di affetto all'ingegno ed al valore di un illustre Martire della libertà italiana."


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