NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     (Da Il Novellino, XXXIII)



     L'AVVENTURA DI UNO SCOLARO IN AVIGNONE
     Uno scolaro castigliano, passando in Bologna, se innamora in Avignone, e, per godere con la donna, per patti gli dà milli ducati; dopo, pentito, se parte; abbattese col marito, e, non cognoscendolo, gli raconta il fatto; comprende essere stata la muglie; con arte fa retornare il scolaro in Avignone; fagli restituire gli denari, ammazza la muglie e al scolaro fa onore e doni assai.

     D
     A l'antiqua e celebratissima fama del bolognese studio tirato, un nobilissimo legista castigliano se deliberò del tutto in Bologna passare, per ivi studiando il dottorato conseguire. Costui dunque, che misser Alonso da Toleto era chiamato, essendo con la iuventù insiemi de multo virtù accompagnato, e ultre ciò, ricchissimo rimasto dopo la morte d'un notevole cavaliere suo patre, per non porre in longo il suo laudevole proposito, de ricchi libri, onorivoli vestimenti, de boni cavalli e acconci famighi fornitose, con sua salmeria e con mille fiorini d'oro in borsa verso Italia dirizzò il suo camino. E avendo dopo multi dì non solo il suo castigliano regno uscito, ma quello de Catalogna passato e in Francia devenuto, arrivò in Avignone, ove fuorsi per reposare sé e suoi faticati cavalli, o che puro altro bisogno ne fusse stato cagione, prepuose quivi alcuni pochi dì dimorare. E alloggiato ne l'albergo, il dì seguente, con i suoi famigli appresso, cominciò a passeggiare per la cità, e da una strada ad un'altra trascorrendo, como volse la sua sorte, gli venne veduta ad una fenestra una ligiadra madonna, quale ancora che giovene e multo bella fusse, nondimeno a lui parve niun'altra averne vista mai, che in bellezza l'avesse possuta agualare; e in manera gli piacque, che, prima che da quindi se partesse se sentì da l'amore sì de lei preso, che niuno argomento gli parea bastevole a reparare. Per la cui cagione senza del virtuoso camino recondarse, deliberò già mai da Avignone partirse, sì la grazia sua non avesse in tutto o in maiore parte acquistata. E facendo le passate continue dinanzi a colei, che grandissima artista era, subito se accorse che 'l poveretto giovene era in manera de lei invaghito, che de legiero non se averia possuto retornare indietro; e vedendolo multo (giovene) e senza pili in barba, e, per li vestimenti e per la compagnia, nobile e ricco estimandolo, prepuose, con lo ingegnarse tale boccone, gli estirpare di sotto quanto possea de le sue facultà. E per dargli modo de lui mandargli a parlare, fe' como le navi quando stanciano in calma, che mandano la barca in terra per pigliare legna; così costei cavata fuori de casa una vecchia fante, dotta e pratticata nel mistieri, e da la fenestra postala in faccende, a ciò che colui l'avesse cognosciuta, il giovane che altro non desiderava, gionta la vecchia e mirato in parole, a non partire e con poca fatica ebbe l'uno da l'altra ogne secreta particularità saputa; e a la donna la fante revenuta, dopo più imbasciate e portate e retornate, a la fine de chiaro patto s'accordorno che la donna a donargli suo amore la seguente notte l'aspettasse, e che lui gli portasse i milli fiorini d'oro, ché più non ne avia. E venuta l'aspettata ora, il male consigliato gievene con li milli fiorini in casa de la donna, che Laura avea nome, se condusse; da la quale essendo lietamente recevute e ultra modo accarizzato, avuto prima interamente il promesso denaro, contenta a maraviglia, dopo alcuno festiggiare, in letto se ne intronno. Misser Alonso, che in tale età già era, che 'l fine e 'l principio de tale lavoro una medesma cosa gli parea, si deve credere che, quanto de notte gli avanzava, tutta la consumò in satisfare la sua bramosa voglia. Ed essendo omai dì, toltosi da lo letto, con multi altri ordini da possere a la cominciata impresa retornare, con sui famigli, ch'a l'uscio l'aspettavano stracchi, sonnacchioso e alquanto pentito al suo albergo se ne tornò. La donna, (quale) con suo grandissimo piacere e in breve tempo la ricca posta avea toccata, ancora che cognescesse il giovene sì adiscato, che a Bologna e le leggi gli erano uscite de mente, pure, prima che lui da sé partito se fusse, (se deliberò de mai più recevere colui, che) con seco se ritrovare e pigliar piacere se credeva. Misser Alonso, avendo il dì passato, e credendo, secundo il preso ordine, la seguente notte essere da la donna lietamente e con maiore grazia racolto, como la notte fu, a l'usata manera a l'uscio de Laura se n'andò; e date più volte il segno, e avute un continuo tacere per f inal resposta, tardi se accorse, ad una ora l'acquistata donna, l'onore e la robba avere perduta; e dolente a morte retornatosene, non possette quella notte un solo punto senza noia e angustiosi pensieri trapassare. Venuto il novo giorno, per vedere del recevuto inganno l'ullima prova, andò passeggiando dintorno la casa de colei, e trovate e porte e fenestre serrate, e tanti e tali altri manifesti segni, che lui fu del tutto certificato, essere da la malvagia donna con grande arte tradito e beffato; e a soe brigate retornato con tanto dolore e desperazione, che più volte fu per darse un cortello al petto; puro, refrenatose, e per tema del peggio, deliberò de quindi departirse. E non essendogli un solo amaro denaro a la borsa rimasto per pagar l'oste, prese per partito de vendere una sua avantaggiata, buona e bella mula, e così fece; e satisfatto l'oste, con quei pochi denari che de la mula gli erano avanzati, verso Italia con lo provensale contado continuò il suo camino, però accompagnato da continue lacrime e da amari suspiri, e sopra ogne altra cosa da interno dolore trafitto, per lo pensare che como a nobilista avea deliberato al studio dimorare, e gli convenia, vendendo e impignando per l'alberghi, in Bologna se condurre, e ivi dopo como a povero scolaro campare. E con tale angustia e inquieto de animo caminando, arrivò in Trayques, alloggiato in uno albergo, nel quale in una strana e impensata ventura quella medesma sera alloggiò il marito de la sua madonna Laura, quale era uno acconcio e ligiadro cavaliere, multo eloquente e de grand'autorità, che, dal re de Francia al papa mandato, se ne retornava. De che disse l'oste, se alcuno gentilomo ivi (fusse) recapitato, il dovesse chiamare, per tenerli a tavola compagnia, sì como de cavalieri francisi, caminando, è costumato fare de continuo. L'oste respuose che vi era uno scolare spagnolo, quale, per quello che i suoi famigli gli aveano ditto, andava in Bologna, e che da sopravenutali melanconia era già dui dì che niente avea mangiato. Il cavaliere, ciò udendo, mosso da una naturale virtù, deliberò per ogne modo averlo a cena seco, e lui medesmo andato per esse, e in camera trovato melanconico e afflitto dimorare, senza altramente salutarlo, per modo de gran familiarità presolo per mano, gli disse: - Tu venerai in tutte manere meco a cena. - Il giovane, vedendo lo cavaliero, che a la presenzia da multo il iudicava, senza altra replica con lui a tavola se condusse. E avendo insiemi cenato, e mandate via tutte le brigate, fu misser Alonso dal cavaliere domandato cui fusse e dove e perché andasse, e altre ciò, se la onestà il patea, gli dicesse la cagione de tanta sua melanconia. Misser Alonso, che una sola parola non possea fuori mandare, che de duppii suspiri non se fusse accompagnato, per lo più breve modo che possette, a' primi dimandi il satisfece, e de l'ultime il priegò che de saperlo più ultre non lo molestasse. Il cavaliero, vedendo cui era costui, e per qual cagione de casa soa era partito, e per fama cognosciuto il patre de grandissimo nome, a lui se raccese il disio de volere sapere quale accidente gli avesse per camino causato tanto eccessivo dolore. Il giovane puro negando, e 'l cavaliere de continuo infestandolo, a la fine misser Alonso, senza altra considerazione, dal principio insino a la fine de la narrata istoria, e cui cui la donna, col piacere insiemi che con lei avea avuto, pontalmente gli racontò, aggiongendo che lui, vinto da supremo dolore de la recevuta beffa, da vergogna e perdita de tanti denari, più volte era stato vicino a devenire de se medesmo omicida. Il cavaliere che con tanta istanzia cercato avea quello che non credea né meno averia voluto trovare, quanto de tale nova fusse, e con ragione, dolente, e como remanesse ismorto, e quanto l'angustia de la sua mente avesse quella del scolaro avanzata, visto che cosa è perdere l'onore, chi el prova, con verità ne porrò vero iudicio donare. Nondimeno, comprensa con sagacità non piccola la sua intollerabile pena, dato alquanto loco al dolore, gli occorse ciò che intorno a tale fatto se devea per lu i adoperare; e al giovene rivolto, disse: - Figliolo mio, quanto e quale tu sei male gubennato, e como giovenilmente da tale vile ribalda te hai lassato ingannare, tu a te medesmo ne poi rendere testimonio e ragione; e certo, si io cognoscessi che 'l mio reprendere te giovasse o rendesse alcun profitto, se 'l nostro essere 'insiemi fusse eterno, de reprendere la tua gran follia già mai sacio me ne vederesti. Ma perché te tengo assai più bisognuso de seccurso de fatti che de improperii, veglio che 'l dolore col cognoscimento del commesso fallo insiemi siano a te per questa volta bastevole castigo; e per ciò confortate, e caccia da te gli matti pensieri de volere ne la tua persona incrodelendo in alcuno modo offendere, però che in ciò provedano in manena, che tu cognescerai, non altramento che proprio figliolo essere da me trattato. E perché, como tu vidi, io sono in camino, e qui forestiero, e modo non averia alcuno de satisfare al mio desiderio, te piazza non avere a noia il retonnare indietro meco alcune poche giornate, che sono insino a casa mia, per poscia lietamente potere il viaggio col tuo primo intendimento insiemi compitamente fornire; atteso che la fama de' tuoi antepassati con la generosità del tuo peregrino aspetto insiemi non me lassano patere che tu con la tua nova e deliberata desperazione a lo studio ne vadi, e per povertà non possere la nobilità con la virtù accompagnare. - Il giovene, maravegliato de tanta carità, gli rendì quelle grazie che da lo avuto dolore e da sua puerile contentezza gli fuorno conceduto de possene esprimere; e dopo alcuni altri ragionamenti ognuno se n'andò a posare. La matina per tempo tutti de brigata montati a cavallo, verso Francia retornando se avviorno, e, traversato il camino con arte dal cavaliero, quella medesma sera al tardo gionsero in Avignone; e ne la cità intrati, il cavaliere, preso il giovene per mano, a casa sua il condusse; quale non sole cognobbe la contrada e la casa, ma vedde la donna con duppieri avanti accesi e con gran festa farse incontra al marito. De che subito se accorse del fatto, e quivi se avereno gli giorni soi a terminare, e de tanta paura abbagliato, che dismontare non gli era concesso; puro, como, el cavaliere volse, dismontato, e presoolo per brazzo, seco il menò in quella medesma camera, ove non multe ore dinanzi con breve piacere e longhissimi danni avea già albergato. La donna similmente cognosciuto lo scolaro, essendo de' soi mali indivina, quanto de tale dolore fusse territa e afflitta, ognuno lo può considerare. Venuta l'ora de la cena, e tutti insiemi con la timida donna posati a tavola, e con grandissimo dolore de tutti tre, ma per diversi respetti, finita, rimasti soli a tavola, il cavaliere, a la muglie rivolto, disse: - Laura, reca qui i milli fiorini d'oro che te donò costui, per li quali gli vendisti con la tua persona insiemi il mio e 'l tuo onore e del nostro parentado. - La donna sentendo tali parole, parve che la casa ruinando gli donasse in testa, e, quasi muta retornata, né poco né multo gli dava resposta. Il cavaliere, rigidissimo devenuto, recatase sua daga in mano, disse: - Malvagia femina, per quanto non vòi la morte recevere, senza altra dimora fa quello che ti ho ditto. - Il che lei, vedendolo sì fieramente turbato, e che 'l negare non averia avuto loco, tutta afflitta, lacrimevole e trista andò per essi, e portatili, li bottò a tavola. Quali il cavaliere versatili, ne prese uno, e donollo in mano al giovene, quale de tanta paura accompagnato dimorava, che ad ogne ora parea che 'l cavaliere dovesse a lui e la muglie con la presa daga de vita privare, e gli disse: - Misser Alonso., conveniente cosa è che ciascuno de l'avuto affanno receva condigno guidardone, e se mia muglie che è qui, da la quale col piacere insiemi la singulare beffa recevisti, per disoneste prezzo se condusse teco a tale lavoro, meritamente al numero de le bagasce se può meritare né deve avere per una sola notte più de uno ducato, voglio che tu medesmo, che la mercanzia comperasti, per ultime pagamento gli done. - E a la muglie imposto che pigliasse, su bito così fu eseguito. E ciò fatto, cognoscendo che 'l giovene, da vergogna e timore afflitto, non ardeva in volto guatarlo, e che di conforto avea maiore bisogno che de altro, gli disse: - Figliolo mio, togli i tuoi male guardati e peggio spesi denari, e recordate che per l'avvenire sei proviste de sì vile mercia a tanto caro prezzo non comperare; e là dove per acquistare onore, fama e gloria, da casa tua te sei mosso, non vogli in lascivia consumare il tempo e le facultà toe; e per questa sera non volendote de parole più ultre molestare, te dico che a posare te vadi, e vivi sicuro, ch'io te prometto, como a bono cavaliere, che prima offenderci la mia propria persona, che a te né agli tuoi beni pensassi de fare alcuna offensione. - E chiamati li suoi famigli, con li donati denari in una ricca camera per lui acconcia nel fe' intrare; e ciò fatto, prima che lui a letto se ne andasse, con artificiale veneno fe' fare a la muglie la sua ultima cena. Venuta ha mutina, il cavaliere, che apprestato avea con multi ricchi e nobili doni uno bello portante, dopo uno legiero disnane, fatto il giovene con su brigate cavalcare, e lui altresì montato a cavallo, circa dieci miglia fuori la cità gli fe' compagnia; quale volendose da lui partire, gli disse: - Caro figliolo, per averte con la vita insiemi ha robba tua medesma donata, a me non pare in niuno atto l'animo mio avere satisfatto; e però prenderai quisti mei piccoli doni, ché la qualità del tempo maiori non me l'ha conceduti, con quisto cavallo insiemi per recompensa de tua venduta mula, e da mia parte usandoli, te recordi del tuo missere, quale voglio che da qui avanti per vero patre tenghi, e così in ogne atto e per ogne tempo ne fazzi canto; e io de te la possessione de unico figliolo pigliando, farò il simile, fin che 'l vivere me sarà concesso. - E strittamente abbracciatolo, cognoscendo il giovene dal continuo lacrimare, per soverchie allegrezze de tante magnificenzie e liberalità, impedito, che appena a rengraziarlo possea la bocca aperire, lui anco lacrimando gli impose che tacesse, e senza possere l'uno a l'altro chiedere commiato, teneramente basciatise, piangendo se divisero. Il cavaliere a la cità retornato, e misser Alonso a convenevole tempo a Bologna gionto, quelle che de ognuno de loro e tanta presa amicizia se avvenesse, non ne avendo avuta altra noticua, de più scrivere me remango.


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