NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Aveva anco cose assai del Testamento vecchio, del nuovo e de la vita dei Santi Padri, e secondo i luoghi e auditori, ora una istoria ed ora qualche detto morale esponeva. Sforzavasi praticar con gli uomini quanto meno poteva, per dubio che da loro non fosse a lungo andar conosciuto; con le donne, perché sono più semplici e non tanto scaltrite, era più assiduo, e secondo che trovava il terreno o molle o duro, con i suoi stromenti s'ingegnava cavarne qualche costrutto; e di modo faceva sotto acqua i fatti suoi che restava con tutti in buona openione. Sapete che proverbialmente da tutti si dice: "Chi è tristo e buono è tenuto, può far del male, ché non gli è creduto". Astretto dunque costui da l'amistà del baron normando, spesse volte andava a trovano ed era sempre albergato nel castello, ove secondo il costume era una camera per lui ben in ordine. E praticando assai domesticamente in casa e veggendo di continovo la bella moglie del barone, fece del "comprar pugliese" e di modo si lasciò avviluppar ed inflammar da l'amor di quella, che mai non poteva aver né requie né riposo se non tanto quanto la vedeva e ragionava con lei. Era la donna bellissima, con dui occhi in capo che di continovo scintillavano come due fulgentissime stelle, e quelli di sorte reggeva e così dolcemente girava che era quasi impossibile d'affisar la vista nel lor vago splendore ed ivi non restar preso come pesce a l'amo.

     Era poi soavissima parlatrice, con certo modo troppo gentile e affabile da intertenere chiunque si metteva seco di qual si sia cosa a divisare, perché secondo il grado e professione di colui col quale ragionava, così ella saggiamente o proponeva qualche bella cosa o a la proposta gentilmente rispondeva. Messer lo frate che era scaltrito ed aveva passato più di una volta sotto l'arca di santo Longino, e di già udita in confession la donna e conosciutala sovra ogni credenza onestissima, si trovava a modo d'un augelletto invischiato ne l'amorosa pania e non sapeva in maniera alcuna distrigarsi, onde viveva in pessima contentezza senza saper che farsi. Egli aveva usate l'arti che con simil donna gli erano parute a proposito, ma giovamento alcuno non gli era riuscito già mai. Ella se pur s'avvide che il frate fosse di lei innamorato, alcun sembiante mai non ne fece; ma secondo il suo solito viveva e a tutti dimostrava onestamente buon viso, ed assai domesticamente talora col frate scherzava. Onde ei prese pur un giorno tanto d'ardire che sotto coperta entrò a parlar seco di propositi amorosi, e andò con vani modi tentando il guado per veder se v'era via nessuna ove potesse fermar il piede; ma egli cantava a' sordi, e cosa che dicesse o facesse non gli recò già mai profitto alcuno. Conoscendo adunque la donna de la natura che era, ché la vedeva in tutto lontana da simil pratiche, non ardiva apertamente scoprirle l'animo suo, dubitando non guastar di tal maniera i casi suoi che restasse privato di poter liberamente, come faceva, andar ad albergar nel castello - o forse ebbe tema che una matina non si trovasse tre some di bastonate su le spalle - ché pure la vista de l'amata donna ed il poter seco ragionare pareva che grandemente scemassero le sue passioni amorose ne le quali miseramente ardeva.


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